Nuovi trend: lavorare tanto, lavorare sempre

Quando la mancanza di tempo libero diventa uno status symbol

 

Di recente il Journal of Consumer Research ha pubblicato un interessante studio che rivela un’inquietante tendenza della nostra epoca: lavorare sempre ed essere impegnatissimi è il nuovo status symbol.

La ricerca, condotta da Silvia Bellezza, docente di Marketing alla Columbia Business School, ha rivelato infatti che negli USA essere occupatissimi è sinonimo di prestigio sociale. Le persone non aspirano più ad avere tanto tempo libero da spendere con la famiglia o in vacanze e svago, ma cercano di essere più impegnate possibile. E non impegnati in attività qualsiasi, ma in attività strettamente lavorative. Il business man che lavora sempre, tanto presente nei film americani, è il nuovo prototipo di una condizione sociale a cui aspirare.

Quella tendenza evidenziata nei film è diventata realtà. Marissa Mayer, CEO di Yahoo, l’estate scorsa ha dichiarato di lavorare circa 130 ore alla settimana, sostenendo che il segreto del successo di aziende come Google sta proprio in questo: avere al proprio interno persone che si impegnano per un quantitativo di tempo sempre maggiore.

130 ore alla settimana sono circa 16 ore al giorno. E’ possibile lavorare così tanto? Secondo Marissa Mayer sì, basta pianificare strategicamente le ore di sonno, il tempo dedicato alla doccia quotidiana e cercare di non andare al bagno troppo spesso (!). Ma non è la sola, anche Sergio Marchionne segue lo stesso trend, lavorando in media 18 ore al giorno. Ed è in compagnia di molti altri top manager, che sono soliti arrivare in ufficio all’alba e rientrare a casa ben più tardi dell’ora di cena.

Dunque: lavorare tanto, lavorare sempre e, quando possibile, lavorare ancora di più.

Sembra essere questo il segreto del successo nel 2017. Che sia una conseguenza della mancanza di certezze lavorative? In un’epoca in cui il contratto a tempo indeterminato è un vago ricordo, il precariato è all’ordine del giorno e la normalità è diventata cambiare più professioni nell’arco della propria carriera lavorativa, essere super impegnati significa non essere disoccupati, avere delle possibilità.

In Europa e in Italia non siamo ancora ai livelli degli Stati Uniti, ma i segnali che si sta andando in quella direzione ci sono. Bisogna essere flessibili, mobili, disponibili h24. Ma non si ha nessuna garanzia di successo. E non è detto che questo modo di gestire il tempo sia adatto a tutti.

Quel che è certo è che siamo ben lontani dal modo di pensare di qualche decennio fa, dove avere tempo libero era visto come un privilegio. Viene da chiedersi dove siano finiti i principi che hanno animato tante lotte del passato.

Dove sono finite le 8 ore di lavoro?